Al Gran Rapporto della Milizia
(1 febbraio 1924)


      Circa tremilacinquecento ufficiali della M.V.S.N. si adunarono in Roma, all'Augusteo, il 1° febbraio 1924, al Gran Rapporto delle Camicie Nere. Parlò il triumviro Italo Balbo, quindi il Duce pronunziò questo discorso. Infine, gli ufficiali della Milizia prestarono giuramento e andarono a rendere omaggio al Milite Ignoto.

      Ufficiali! Camicie Nere!
      Davanti alla moltitudine inquadrata, i discorsi, quando non siano di una concisione spartana, sono delle superfluità assurde. Permettete, però, a me che ho visto la vostra storia e che vi ho voluto e creato così, che evochi in rapida sintesi il cammino percorso dalle origini ad oggi.
      Tutte le volte che entro in questa specie di tempio dell'arte non posso dimenticare il Congresso di Roma del 1921, quando si riunì la più viva e gagliarda giovinezza d'Italia per lanciare, ad un anno di distanza, il primo guanto di sfida contro la piccola Italia dei politicanti e dei parassiti.
      I pussisti ci gettaron allora fra le gambe una specie di sciopero generale, con la solita imboscata criminale ove perde la vita un fascista appartenente alle squadre milanesi.
      Parve allora che il Fascismo non avrebbe superato la solita crisi attorno alla quale favoleggiavano tutti i bighelloni della opposizione.
      Già si pregustava la gioia del declino e si tessevano gli elogi funebri. Poche settimane dopo, il Fascismo in efficienza perfetta nel Trentino, a Bologna, a Ravenna, a Ferrara, occupando le piazze, si preparava al cimento supremo, e appena due mesi prima della Marcia su Roma il Fascismo era così armato negli spiriti e nei mezzi che stroncava, una volta per sempre, l'ultima grottesca parodia di uno sciopero generale, cosiddetto legalitario e nel quale affluiva tutto ciò che di infetto e di stupido si coagulava in quel momento nella vita politica italiana.

(segue...)