(segue) All'Assemblea del Partito Nazionale Fascista
(28 gennaio 1924)
[Inizio scritto]

      Oggi, davanti allo scioglimento della Camera, si impone il problema della nostra strategia elettorale. Prima di tutto diamo uno sguardo alla situazione dei Partiti in Italia.
      All'Estrema Sinistra ci sono delle minoranze rumorose e trascurabili. I diversi Partiti socialisti, con le inevitabili loro frazioni e tendenze, non possono costituire una seria minaccia per noi ed un serio impedimento alla nostra vittoria. È da augurare ad ogni modo che essi facciano blocco: che essi rinnovino ancora una volta sul terreno elettorale quella Alleanza del lavoro che il Fascismo stroncò nell'agosto del 1922, ultimo tentativo sovversivo in grande stile compiutosi in Italia a due anni di distanza dalla occupazione delle fabbriche: il che dimostra come non sia vero che il Fascismo sia venuto a reprimere il bolscevismo in ritardo e quindi senza gloria.
      Esclusi i Partiti di sinistra, che noi combatteremo col vecchio vigore delle Camicie Nere, restano tutti gli altri Partiti più o meno costituzionali: ebbene, a proposito di costoro la posizione politica del Fascismo è stabilita da quanto ho il piacere di leggervi e che costituisce la prima parte dell'ordine del giorno che sarà certo, credo io, approvato domani dal Consiglio Nazionale:
      Il Partito Nazionale Fascista per le sue origini, per i suoi metodi, per i suoi scopi ed anche per la sua esperienza vissuta dal 1921 in poi, respinge nettamente ogni proposta di alleanza elettorale e meno ancora politica, con vecchi Partiti di qualsiasi nome e specie, anche perché il loro atteggiamento non è stato mai univoco nei confronti del Partito e del Governo Fascista; decide tuttavia, in conformità coi suoi metodi, di includere nella lista elettorale uomini di tutti i Partiti, ed anche di nessun Partito, i quali per il loro passato, specie durante l'intervento, la guerra ed il dopoguerra o per le loro eminenti qualità di tecnici, di studiosi, siano in grado di rendere utili servigi alla Nazione.

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