(segue) All'Assemblea del Partito Nazionale Fascista
(28 gennaio 1924)
[Inizio scritto]

      Il Fascismo, come dottrina di potenziazione nazionale, come dottrina di forza, di bellezza, di disciplina, di senso della responsabilità, di repugnanza per tutti i luoghi comuni della democrazia, di schifo par tutte quelle manifestazioni che costituiscono la vita politica e politicante di gran parte dei mondo, è ormai un faro che splende a Roma, ed al quale guardano tutti i popoli della terra, specie quelli che soffrono dei mali che noi abbiamo sofferto e superato.
      Alle nostre giovani generazioni è toccato l'arduo compito di vivere e sostenere questa esperienza, il cui interesse ha ormai varcato i confini della nostra terra. Bisogna avere il senso religioso di questa enorme responsabilità storica in tutte le manifestazioni della nostra vita, e privata e pubblica; in tutte le battaglie che la politica impone, non escluse quelle elettorali. Dobbiamo sgominare anche su questo terreno i nostri avversari: quelli che ci insidiano all'interno e quelli che ci insidiano all'estero, aspettando ormai vanamente da cinque anni il nostro tramonto. Sono sicuro che ci riusciremo. I nostri avversari saranno ancora una volta irreparabilmente battuti, perché si ostinano a negare la realtà che li acceca, perché si ostinano a pascersi d'illusioni stolte: le piccole crisi di ordine locale, gli episodi insignificanti che scoppiano qua e là nella penisola, sono elevati a sintomi di crisi mortale del Fascismo. Molte smentite clamorosissime sono venute in questi cinque anni: ma le speranze sono veramente tenaci a morire.
      Questa Grande Assemblea che raccoglie il fior fiore del Fascismo italiano, cioè tutti coloro che nel Fascismo hanno un posto di responsabilità politica o militare o sindacale od amministrativa, deve far riflettere i nostri avversari. In un partito di giovani, di impetuosi e di passionali ogni contrasto può assumere forme drammatiche. Ma io credo che se domani si rendesse necessario di lanciare un appello a tutte le forze, i contrasti scomparirebbero. Molti di questi stessi che furono espulsi dal Fascismo e che pure ne hanno serbata l'acuta nostalgia nel cuore, ritornerebbero per chiedere di combattere.

(segue...)