(segue) Al gran Rapporto della Milizia
(1 febbraio 1924)
[Inizio scritto]

      Poi marciammo su Roma e non senza sangue. Non fu così incruenta la rivoluzione, come si va dicendo. Avemmo anche allora i nostri morti, i nostri feriti; e si sa, del resto, che una volta gettato il dado, avremmo rischiato il tutto per tutto.
      Due mesi dopo risolvevo il problema dello squadrismo, creando la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, che non è soltanto, come si va dicendo da taluni, una Milizia di Partito; non è soltanto agli ordini del Partito, ma agli ordini del Governo e dello Stato, perché io non so quali interessi di Partito stiano difendendo in questo momento le tre Legioni che combattono in Libia. Non so quali interessi precipui di Partito servirono le Legioni quando andarono per l'eruzione dell'Etna in Sicilia o pel disastro del Gleno in Lombardia. Né so a quali interessi di Partito obbediscano quando si assoggettano ai servizi di ordine pubblico e tengono in freno molte, troppe canaglie che tenterebbero di ricacciare l'Italia ai tempi che per noi sono tramontati per sempre.
      Così stando le cose, non vi parrà affatto strano, ma vi sembrerà di una logica spietata la semplice frase che io ho pronunziata l'altra sera alla grande adunata e che ripeto:
      Chi tocca la Milizia avrà del piombo!
      Certamente voi e coloro che stanno dietro di voi imponete dei problemi; ma, o signori dell'opposizione, mi sapete voi dire se ci sia un solo problema che non imponga altri problemi? Se ci sia una sola soluzione che sia soddisfacente e comoda e facile?
      Mi associo col cuore di un soldato fedele al saluto inviato dal vostro Capo a Sua Maestà il Re ed al saluto inviato all'Esercito di Vittorio Veneto.
      I capi dell'Esercito sono venuti verso di noi. Stiamo ora studiando come inserire la Milizia nel complesso di tutte le forze armate che presidiano l'ordine all'interno e garantiscono la Patria all'estero. Non so ancora oggi come avverrà questa saldatura. Il problema è delicato, perché non intendo, sino a quando le condizioni ambientali non siano totalmente cangiate, togliere alla Milizia il suo carattere. Anzi io credo che i militi, i quali hanno il privilegio di indossare il grigioverde e di portare il moschetto, debbono essere i super-fascisti, gli asceti del Fascismo, quelli che obbediscono al Fascismo idea, passione, fede, apostolato e che qualche volta si disinteressano del Fascismo Partito con tutto ciò che la parola Partito fatalmente significa.

(segue...)