Agli invalidi di guerra
(26 aprile 1924)
Il 26 aprile 1924,
a Firenze, al Politeama Fiorentino ebbe luogo l'adunata dei grandi
invalidi e mutilati di guerra. Pronunziò un'orazione Carlo
Delcroix e quindi il Duce disse le seguenti parole:
Concittadini!
Perché volete che con la
mia parola necessariamente un poco arida io disperda la magnifica
impressione di poesia che in voi tutti è stata suscitata
dall'alato splendido discorso del grande amico Delcroix?
Io non ho nulla da aggiungere.
Egli ha parlato per tutti, anche per me. Egli ha detto che questi
martiri, questi gloriosissimi mutilati costituiscono la decima
legione, la legione fedelissima, che chiede soltanto di combattere e
di morire in devozione e in silenzio.
Veramente l'Italia ha riscattato
se stessa; veramente sembrano lontani, ma non sono dimenticati, i
tempi in cui era possibile, in un eccesso di abbiezione, irridere al
dolore e insultare l'eroismo. Il popolo si è riscattato. Noi
siamo le guardie di questo riscatto e non permetteremo a nessun costo
un ritorno, sia pure soltanto indiretto, a tempi che consideriamo
sepolti per sempre.
E nessuno si faccia delle
illusioni. Guai a coloro che volessero fermare nel suo fatai cammino
la generazione che ha assunto nelle trincee i suoi privilegi di
nobiltà, i suoi titoli di grandezza! Indietro non si torna!
Il popolo italiano marcerà
sulla strada della sua grandezza e rovescerà tutti gli
ostacoli che gli sbarrassero il cammino.
Accostatevi, o Delcroix, venite
verso di me: io voglio abbracciare in voi tutti coloro che hanno
lottato e che hanno sofferto per la grandezza della Patria!
(segue...)
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