(segue) Alfredo Oriani
(27 aprile 1924)
[Inizio scritto]
Più gli anni passano, più
le generazioni si susseguono e più splende questo astro,
luminoso, anche quando i tempi sembravano oscuri. Nei tempi in cui la
politica del «piede di casa» sembrava il capolavoro della
saggezza umana, Alfredo Oriani sognò l'impero; in tempi in cui
si credeva alla pace universale perpetua, Alfredo Oriani avvertì
che grandi bufere erano imminenti le quali avrebbero sconvolto i
popoli di tutto il mondo; in tempi in cui i nostri dirigenti
esibivano la loro debolezza più o meno congenita, Alfredo
Oriani fu un esaltatore di tutte le energie della razza; in tempi in
cui trionfava un sordido anticlericalismo, che non aveva alcuna luce
ideale, Alfredo Oriani volle morire col Crocifisso sul petto a
dimostrare che dopo le grandi parole dettate dal Cristianesimo, altre
così solenni, così universali non furono più
pronunciate sulla faccia della terra.
Noi che, dal punto di vista della
cronologia, non siamo più fra i giovani che si affacciano ora
alla vita, ma, dal punto di vista del coraggio e della solidità
fisica, ci sentiamo sempre giovanissimi, noi ci siamo nutriti delle
pagine di Alfredo Oriani. Quella storia d'Italia così
accidentata e tormentata, che è tutto un seguito di guerre
civili e di rivoluzioni — e mai il genio italiano fu così
potente come quando i cittadini lottavano dentro le mura delle loro
stesse città — quella storia che a taluni può
apparire misteriosa e paradossale, a noi fu chiara ed apparve logica,
di una logica formidabile attraverso i volumi della Lotta politica.
Intristiva la coscienza italiana: Garibaldi era morto, Mazzini
sembrava lontanissimo alle nuove generazioni che correvano dietro ad
un profeta di dubbia razza tedesca. La politica del materialismo e
del positivismo trionfava dalle cattedre, dai giornali; nei partiti e
nelle coscienze intorpidiva l'anima italiana; fu questo il momento in
cui Alfredo Oriani gettò alle folle italiane il volume de La
rivolta ideale, nel quale tutti i problemi, tutte le passioni, tutte
le angoscie e tutte le speranze del nostro tempo vengono prospettate,
illustrate, in uno stile conciso, tacitiano, che basterebbe da solo a
costituire la gloria di uno scrittore.
(segue...)
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