(segue) Alfredo Oriani
(27 aprile 1924)
[Inizio scritto]

      Ci siamo nutriti di quelle pagine e consideriamo Alfredo Oriani come un Poeta della Patria, come un anticipatore del Fascismo, come un esaltatore delle energie italiane. Oso affermare che, se Alfredo Oriani fosse ancora fra i vivi, egli avrebbe preso il suo posto all'ombra dei gloriosi gagliardetti del littorio.
      Ben fa il popolo di Romagna a rendergli onore, perché egli, e nel fisico e nel morale, aveva le specifiche qualità della nostra stirpe. Non è soltanto una gloria della Romagna, ma una gloria dell'Italia: non solo una gloria dell'Italia, ma a poco a poco il suo nome viene conosciuto anche oltre le frontiere e si considera la sua opera di letterato, di filosofo, di storico, come uno dei momenti più singolari della storia nello spirito italiano dell'ultimo cinquantennio.
      Salutiamo la sua memoria, o giovani camicie nere, alziamo in suo onore i nostri gagliardetti e giuriamo su questo tumulo glorioso che a qualunque costo noi vogliamo che l'Italia sia grande.

      Nel viaggio di ritorno a Roma, nella stazione di Laterina, la folla fece fermare il treno presidenziale. L'on. Marchi portò il saluto della cittadinanza e l'on. Mussolini rispose con le seguenti parole:

      Camicie Nere! Cittadini!
      Il vostro entusiasmo è così fervido e le vostre accoglienze sono così sincere e fraterne, che io apro una eccezione a quella che dovrebbe essere la mia regola di non fare due discorsi nello stesso giorno. Ieri il Fascismo ha compiuto il suo dovere recando a mezzo mio il saluto ai martiri della nostra grande guerra vittoriosa; oggi il Fascismo universitario si è recato alla tomba solitaria del Cardello ad onorare un grande pensatore che l'Italia di ieri aveva dimenticato. Così il Fascismo si inserisce sempre più profondamente nella vita della Nazione e si prepara a raggiungere tutte le mete infallibili.

(segue...)