(segue) Al popolo di Palermo
(5 maggio 1924)
[Inizio scritto]

      Ho reso omaggio alla tomba di Crispi, non soltanto gloria palermitana e siciliana, ma gloria italiana. Non importa se egli abbia subito il destino durissimo di vivere in un'età oscura; questo, se mai, aumenta la verità del suo verbo di energia, di potenza, di dignità, oggi accolto trionfalmente dalle generazioni di Vittorio Veneto uscite dalle sanguinose e indimenticabili trincee.
      Ed ho reso omaggio all'Eroe degli Eroi, al vostro Cascino. C'è forse pietra del Carso, pietra di quelle doline dove noi abbiamo sofferto e dove il popolo è diventato grande, c'è forse zolla di tutto l'arco di trincee che andava dallo Stelvio al mare che non sia stata bagnata da stille di purissimo sangue siciliano?
      Molto vi deve la Patria; molto vi deve l'Italia nell'epoca del Risorgimento, molto vi deve l'Italia durante le guerre coloniali che voi particolarmente sentivate, molto vi deve l'Italia per il vostro ammirevole contegno durante la guerra di redenzione e molto ancora vi deve per il contegno di equilibrio e di saggezza che avete serbato negli anni incerti del dopoguerra. Qui ove gli spiriti sono abituati alla luce solare e ai dettami della saggezza antica e moderna, qui non vi furono oscuramenti di civiltà, qui non vi fu imbestialimento collettivo; qui era la riserva, qui era la valanga che sarebbe fatalmente salita se l'Italia avesse veramente raggiunto l'orlo estremo dell'abisso!
      Quello che io compio, o Palermitani, è in primo luogo un pellegrinaggio di amore. In secondo luogo è una ricognizione. Oh! io conosco i vostri bisogni. So quello che vi occorre. Potrei numerare i paesi ed i comuni che non hanno strade, che non hanno acqua: non ignoro la desolazione del latifondo, né mi è sconosciuta la tragedia oscura della zolfara. Ma un conto è leggere, sia pure attraverso i rapporti, un conto è vedere, constatare, scendere in mezzo al popolo, al popolo che è buono, sobrio, tenace, laborioso. Un conto è ascoltare le voci che salgono dalla profondità di un popolo.

(segue...)