Al Consiglio nazionale delle corporazioni
(22 maggio 1924)


      Il 22 maggio 1924 si inaugurò in Roma, a Palazzo Marignoli, il Consiglio nazionale delle corporazioni fasciste. Nella seduta pomeridiana il Duce pronunziò il seguente discorso:

      Signori!
      Il gesto che io compio venendo oggi fra voi è prima di tutto un gesto di simpatia: ho voluto dimostrare con la mia presenza che le sorti del sindacalismo fascista mi stanno sommamente a cuore. In secondo luogo ho voluto con la mia presenza, se mi è concesso affermarlo, sottolineare l'importanza politica di questa vostra imponente assemblea. Il Fascismo ha già superato tutta quella che si potrebbe chiamare la fase presindacalista: quando si discuteva se dovesse o no fare del sindacalismo. Come sempre, il fatto è venuto prima della dottrina, e noi non avevamo ancora esattamente formulato le idee, che già il fenomeno sindacalista era sulle nostre braccia.
      Naturalmente gli avversari sono sempre pronti a trovare che il nostro sindacalismo non è perfetto: ebbene, si può rispondere a questi signori ipercritici, che nemmeno il loro è perfetto. E quando si pensi che le scuole socialistiche fanno del sindacalismo da cinquant'anni e noi ne facciamo da cinque mesi, voi comprendete subito che essi devono aspettare a giudicare dopò un altro abbastanza lungo periodo di esperienza acquisita.
      La situazione del nostro sindacalismo è soddisfacente nelle campagne. Qui i patti di lavoro stipulati dai nostri amici — e fra essi ve ne sono di veramente valorosi, specialmente nella Valle Padana — sono buoni. Non solo non hanno peggiorato le condizioni delle masse agricole, ma in certi casi le hanno notevolmente migliorate. Non altrettanto soddisfacente è forse, a mio avviso, la situazione di quella che si potrebbe chiamare la popolazione operaia urbana. Questo è un punto delicato sul quale richiamo la vostra attenzione.

(segue...)