(segue) Al Consiglio Nazionale delle Corporazioni
(22 maggio 1924)
[Inizio scritto]
Signori!
Io non so se il mio discorso,
improvvisato in un rapido intervallo delle mie fatiche, abbia
esattamente riassunto quello che potrebbe essere lo stato d'animo
medio del sindacalismo fascista. Ad ogni modo mi sembra importante
che, nella mia qualità di Capo del Governo, di fronte a voi io
ripeta quel che si intende per collaborazione di classe in senso
nazionale e fascista.
Credo che i datori di lavoro
intelligenti se ne renderanno conto. È infatti dall'unione
armoniosa e sistematica di tutte le forze della produzione che le
condizioni materiali di vita di tutte le classi troveranno
giovamento, mentre la Patria, assicurato su ferree basi un regime di
cosciente disciplina sociale e nazionale, potrà attingere alle
sue maggiori fortune.
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