(segue) Luce, concordia e giustizia
(24 giugno 1924)
[Inizio scritto]

      Avanzare poi, sia pure come semplice manifestazione giornalistica e polemica, la pretesa dello scioglimento della Camera e delle elezioni generali, significa non rendersi conto che una terribile crisi politica devasterebbe ancora, per chi sa quanti mesi od anni, la vita della Nazione.
      Questo freddo ed obbiettivo esame della situazione non è completo. Dall'altra parte sta il Fascismo, con i suoi ottomila gruppi in ogni angolo d'Italia, con le sue forze politiche, sindacali, amministrative sempre imponenti. L'asserzione che il Fascismo sia stato abbattuto dall'improvvisa bufera è fatta per trarre in inganno l'opinione pubblica italiana e straniera. Il Fascismo è stato soltanto percosso. In fondo, questo colpo gli ha giovato e più gli gioverà. Perderà le scorie funeste.
      Ma dall'11 giugno in poi Fascismo e fascisti sono il bersaglio di una violenta campagna nazionale e internazionale. Il Partito che in Italia raccoglie indubbiamente il maggior numero di medaglie d'oro, di combattenti, di decorati, di mutilati, di uomini della coltura e del lavoro, di giovani ardenti e puri, viene quotidianamente martellato e denunciato come un Partito di criminali. Ma può il Fascismo soggiacere a questa campagna? Non può, non deve. Gli elementi più accesi sono già inquieti. Le due manifestazioni di Bologna sono l'indice di una tensione morale e politica che è già arrivata al suo punto massimo, specie in quelle regioni dell'alta e media Italia dove il Fascismo dispone di forze politiche preponderanti. In queste circostanze un incidente qualunque potrebbe avere le più gravi conseguenze.
      Onorevoli Senatori!
      Bisogna evitare con tutte le forze ciò che può creare in un certo senso l'irreparabile, cioè un aggravamento ulteriore della crisi che si è abbattuta improvvisamente sulla Nazione.

(segue...)