Difesa del regime
(25 giugno 1924)
Nella Sala del
Concistoro, a Palazzo Venezia, il 25 giugno 1924, si adunava la
maggioranza parlamentare (341 deputati su 382; gli assenti tutti
giustificati). I gruppi parlamentari dei partiti d'opposizione
costituenti la minoranza, avevano deliberato di non intervenire più,
in segno di protesta, ai lavori della Camera: tale secessione, per
ironica analogia storica, fu detta la secessione su l'Aventino. In
tale momento delicatissimo, la riunione della maggioranza acquistava
particolare importanza. In essa il Duce pronunciò il seguente
discorso:
Dall'ultima riunione, tenutasi in
questa stessa sala or sono tre o quattro settimane ad oggi,
avvenimenti gravissimi si sono prodotti nel Paese, determinando una
situazione molto delicata che richiede vigile senso di responsabilità
in tutti voi in particolare e in tutti gli italiani in generale. Ci
sono stati l'assassinio del deputato Matteotti, e le ripercussioni
assai vaste che questo delitto ha prodotto in tutta la Nazione ed in
particolar modo nella capitale. Per quindici giorni Governo,
Fascismo, maggioranza, deputati in genere, tutti quelli insomma che
seguono questa corrente, si sono trovati, bisogna riconoscerlo, in
una specie di disagio morale, perché non tutto il quadro del
dramma era completo, né tutte le responsabilità
apparivano chiare. Poi, soprattutto, i colpevoli o i presunti tali
non erano stati arrestati. La coscienza pubblica aveva, quindi,
motivo di essere inquieta.
Oggi, per quel che riguarda il
fatto giudiziario in sé, tutti i responsabili o presunti tali
o comunque indiziati del delitto Matteotti, sono in carcere. Può
darsi che ci siano state delle incertezze nei primi momenti: saranno
stabilite, saranno chiarite, ma vi prego di considerare che la prima
ipotesi fu di una semplice scomparsa. Il delitto avvenne il giorno di
martedì e solo il giovedì la ipotesi del delitto fu
chiara.
(segue...)
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