(segue) Sintesi della lotta politica
(7 agosto 1924)
[Inizio scritto]

      Queste parole di revisionismo, estremismo, terribilismo, ecc., sono state sepolte in una maniera che si può dire definitiva. Credo che non se ne parlerà per un pezzo. Del resto era più una esercitazione dei nostri avversari che una cosa per sé stante. In realtà mi pareva impossibile che l'amico Bottai che è un fascista del '19, che è più giovane di me, che è un ardito di guerra, volesse impaludare il suo intelletto, nelle acque più o meno acquitrinose di un pantano sia pure neoliberale. E mi pareva impossibile, d'altra parte, che Farinacci, che a sua volta ha un temperamento ed un cervello, e fascista del '19, volesse sul serio chiedere cose che non sono possibili, giacché abbiamo tutto: Governo, Provincie, Comuni, abbiamo le forze armate dello Stato, arricchite di recente da un'altra forza armata, che è entrata di fatto e di diritto nella Costituzione. La seconda ondata non avrebbe che dei bersagli fuggenti ed effimeri.
      Se nel 1922 ci fu un fatto rivoluzionario, la Rivoluzione deve continuare attraverso un'opera legislativa, attraverso l'opera dei Consigli fascisti, del Gran Consiglio fascista, del Governo fascista.
      Si dice dai giornali, i quali pare ci tengano veramente a non capire nulla delle nostre cose, che io sono prigioniero delle mie soldatesche. Prima di tutto voi non siete soldatesche. Respingo questo termine che vorrebbe essere dispregiativo. In secondo luogo osservo che è sempre infinitamente meglio essere prigioniero delle proprie soldatesche che essere prigioniero delle soldatesche avversarie. (Applausi vivissimi).
      Avete toccato diversi argomenti sui quali conviene che io mi soffermi. Avete parlato della burocrazia: bisogna distinguere la burocrazia che ordina e la burocrazia che esegue. Tante volte io ho chiesto che si spostassero le pietre della vecchia burocrazia per incastrarvi le pietre della nostra. Tante volte io ho chiesto dei prefetti, dei questori da mettere nei punti più delicati di quello che io chiamo lo scacchiere strategico della politica italiana. D'altra parte la burocrazia è necessaria ed avendo la coscienza della sua necessità è assai difficile a manovrare. Ha una psicologia sensibile a tutte le variazioni atmosferiche; così la burocrazia sente anche le più leggere trasformazioni dell'ambiente sociale che ci circonda. Quando il Governo è forte e dà anche l'impressione di essere forte, allora la burocrazia funziona, esegue, non discute. Il giorno in cui la burocrazia ha l'impressione contraria, o presuppone, o spera un cambiamento, vi accorgete che la macchina ha dei rallentamenti misteriosi; qualche cosa non cammina più. Questo è avvenuto nel giugno; nel luglio la situazione era già migliorata; nell'agosto cominceranno a convincersi che non vi sarà nulla di nuovo e tutto funzionerà diligentemente, come del resto fu fatto sin qui.

(segue...)