(segue) Sintesi della lotta politica
(7 agosto 1924)
[Inizio scritto]
Allora: o il Governo ha un voto di
fiducia, e ritorna consacrato e non se ne parla più, ma se non
ci fosse questo voto e se avessimo questa defezione, sarebbe subito
pronta una successione che non sarebbe nel primo tempo una
successione di sinistra, ma di destra con contorno di combattenti e
di mutilati: degnissime figure che sarebbero magari disposte a darmi
un discreto buonservito.
Se il Partito fascista reagisse
davanti a questo piano con le sue masse fasciste, essi penserebbero —
frase testuale — che poche giornate di sangue basterebbero per
dominare le Provincie. Se il Governo non vi riuscisse si farebbe un
Governo militare che dovrebbe fiaccare il Fascismo e dovrebbe aprire
la strada ad un Governo demo-liberale.
Tutto come prima, anzi peggio di
prima. Questo è il piano. Ne consegue che, se per evitare lo
scompaginamento del Paese dobbiamo andare verso le masse che
lavorano, per evitare l'isolamento nel Parlamento dobbiamo
incominciare a contarci fra noi. E se anche un gruppo di deputati
demo-liberali e i combattenti passassero dall'altra parte, non si
potrebbe fare un Governo perché vi sarebbero sempre 250
fascisti che voterebbero contro. Il Governo dovrebbe ricercare allora
l'appoggio della sinistra, ossia di Don Sturzo e di Turati, e non gli
basterebbe. Quanto al Paese, si può schiacciare un focolare di
rivolta, ma non si possono schiacciare 75 Provincie dove il Fascismo
terrebbe assolutamente le piazze.
Voi vedete che la battaglia è
delicata ed esige una strategia assai fine. Bisogna tener conto
soprattutto dello stato d'animo del popolo italiano che ha un
profondo bisogno di pace. Non bisogna ferire questa sensibilità
psicologica delle popolazioni perché altro è muoversi
in un ambiente simpatico dove le popolazioni vi accolgono, vi
incitano, e diverso è muoversi in un ambiente ostile.
Combattere l'opposizione
energicamente, strenuamente non vuol dire respingere tutte le
possibilità di collaborazione. A questo si riferiva l'ordine
del giorno politico in cui si parlava di un'accettazione leale del
Fascismo e del suo avvento insurrezionale. Questo ordine del giorno è
ancora un ramoscello di olivo.
(segue...)
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