(segue) Sintesi della lotta politica
(7 agosto 1924)
[Inizio scritto]
In fondo noi diciamo a questi
italiani: perché volete negare la realtà, perché
non rendervi conto che nell'ottobre c'è stato un tracollo di
un determinato regime e perché non accettare il fatto
insurrezionale che non si può negare alla luce del sole e
della storia? E perché allora non addivenire ad una
collaborazione sopra questo terreno di leale accettazione del fatto
compiuto anche perché è irrevocabile? (Applausi
vivissimi). Non credo che lo faranno; non mi faccio illusioni: io
sono pessimista circa lo sviluppo degli avvenimenti.
Noi dobbiamo prevedere che un
giorno vi sarà un nuovo tentativo di irruzione contro il
Fascismo e siccome lo vediamo, lo possiamo fronteggiare. Se il
fattaccio del giugno ci ha sorpreso, quello che potrebbe avvenire in
agosto o in settembre non ci sorprenderebbe più. È
scontato. Il regime non si processa, quindi. Se le opposizioni
pensano di fare il processo al regime mettendo in catena, come si
legge nei loro giornali, tutti gli episodi di illegalismo,
dichiariamo che ciò non è possibile. Si processerebbe
la Marcia su Roma.
Questo Consiglio Nazionale è
stato importante prima di tutto perché ha rivelato molta
gente, poi perché ci ha fatto conoscere. Non ci si conosceva:
ognuno stava chiuso nella sua provincia e lì pareva finire il
mondo.
Bisogna mettere in contatto i
fascisti, far sì che la loro attività sia anche una
attività di dottrina, una attività spirituale e di
pensiero. Questo Congresso non ha definito delle dottrine nel senso
teorico della parola, ma ha gettato una serie di semi fecondissimi
che ognuno di noi sicuramente elaborerà.
In questo Congresso si sono
rivelati degli oratori e soprattutto dei pensatori fra quei fascisti,
che, secondo i nostri avversari, sarebbero tutti degli analfabeti.
(segue...)
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