Agli operai del Monte Amiata
(31 agosto 1924)
Il 31 agosto il
Duce andò a presenziare all'inaugurazione del Monumento dei
Caduti al Monte Amiata e nel Piazzale della Galleria Mafalda tenne
agli operai il seguente discorso:
Vi prego di concedermi pochi
minuti del vostro raccoglimento e della vostra attenzione.
Vi dichiaro subito che mi trovo
perfettamente a posto fra voi: non soltanto per le mie origini,
quanto per il fatto che tra voi la Milizia ha reclutato molte Camicie
nere e che parecchi di voi, minatori, avete partecipato alla Marcia
su Roma.
Poi mi trovo perfettamente a posto
fra voi perché credo che il mio discorso sarà inteso da
voi tutti e sarà utile. Io non vi dirò delle cose
straordinarie perché oramai di straordinario al mondo non vi è
più nulla.
Vi dirò quel che pensa il
Fascismo dei rapporti tra capitale e lavoro, quale è la
dottrina del sindacalismo fascista, che cosa vuole il Fascismo, che
cosa si ripromette di compiere domani.
Il punto di partenza, o amici, è
questo: la Nazione. Che cosa è la Nazione? La Nazione è
una realtà, siete voi. Moltiplicatevi sino a diventare la
cifra imponente di quaranta milioni di italiani che hanno lo stesso
linguaggio, lo stesso costume, lo stesso sangue, lo stesso destino,
che hanno gli stessi interessi: questa è la Nazione, è
una realtà. Bisogna rispettarla. Che cosa in questo momento io
vedo dinanzi a me? La Nazione. Vedo il popolo, il popolo che non ha
più le classi e le categorie dai confini insuperabili. Qui
siamo popolo: vedo degli ufficiali che guidano il nostro Esercito
glorioso: vedo carabinieri che sono la espressione inflessibile del
rispetto alla legge: vedo dei tecnici, dei signori, vedo dei
lavoratori e delle Camicie nere; vedo la gagliarda gioventù
fascista che mi dà l'idea di una primavera fiammeggiante.
(segue...)
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