(segue) Al popolo di Napoli
(16 settembre 1924)
[Inizio scritto]
Quando partimmo, ché ormai
la diana della battaglia era suonata, io avevo nell'occhio e nello
spirito tutto il complesso dei problemi che vi premono e che vi
tormentano, tutti i problemi dai quali dipende il vostro benessere e
la vostra grandezza. Io non dico che tutti questi problemi siano
stati risolti. E come potevano esserlo in due anni soli quando voi
attendete invano da mezzo secolo? Ma giorno per giorno io mi sono
dedicato con tutta l'anima allo studio dei problemi che interessano
Napoli ed il Mezzogiorno d'Italia e vi ripeto — e vorrei che
questa promessa avesse la solennità del giuramento — che
io farò tutto il possibile, che io spenderò il meglio
delle mie energie pure di portarvi in alto, pure di fare di voi il
grande popolo che ho sognato e che meritate di diventare.
Invece posso dire, senza falsa
modestia, che tutto ciò che io ho dato al popolo, fu fatto
senza rinunzie inutili e bastarde. E questo anno che non annovero tra
i più felici della mia vita, è l'anno che comincia con
Fiume, continua col Giuba e termina con Rodi italiana.
Se vi è oggi un governo in
Europa e un popolo che faccia sul serio una politica di pace con
dignità, anche prescindendo dalle inutili accademie
universalistiche, questo Governo è il Governo italiano, questo
popolo è il Popolo italiano.
In questa stessa settimana io
firmerò un altro patto: un patto che rinsalda l'amicizia con
una Nazione confinante con l'Italia. Ora non è dunque vano
orgoglio se vi dico che il Governo Fascista ha dato al popolo
italiano la sua parte all'estero.
Ebbene, l'opera non può
dirsi ancora ultimata: dopo la pace all'esterno noi vogliamo, noi
sinceramente vogliamo dar la pace all'interno, a tutti gli italiani
di buona volontà che accettino la disciplina sacra ed
inviolabile della Nazione. Ora, voi che avete una sensibilità
squisita e siete dotati da natura di una acuta intelligenza, voi
sentite che come per fare la pace all'esterno era necessario di
trovare dei popoli che a questa pace aderissero, così per fare
la pace all'interno, la pace che noi vogliamo, occorre che anche
dall'altra parte vi sia della lealtà e della sincerità.
(segue...)
|