(segue) Per le onoranze a Giovanni Pascoli
(21 settembre 1924)
[Inizio scritto]

      Voi sentite che lungo la via Emilia furono sempre decisi i destini della Patria, voi sentite che lungo la via Emilia sfilarono nei tempi le Legioni e sfilano ancora oggi in questa rinnovata e fiammeggiante primavera della Patria.
      Voi sentite soprattutto che il Fascismo non è già, non può, non vuole essere la guardia del corpo di privilegi di individui e di classi, ma vuole essere la grande guardia che tutela la sicurezza e la grandezza immancabile del popolo italiano.
      Solo uomini di poca o di mala fede possono dubitare della purezza, che io vorrei chiamare immacolata, della nostra fede! Noi nulla chiediamo ma siamo pronti a dare tutto, anche, se necessario, la vita per la causa dell'Italia. E se teniamo l'Italia solidamente nel pugno, e se vogliamo inquadrare in una ferrea disciplina tutta la nazione, non è certo per ambizione stoltissima, ma è semplicemente perché i nostri morti ci hanno lasciato un testamento al quale dobbiamo essere fedeli, e perché sentiamo di portare in noi una verità che, anche se non espressa nelle formule statiche di una dottrina, è una verità, una formula, un fermento di vita immortale.
      Voi tutto ciò sentite anche se non vi riesce di chiaramente esprimere. Che cosa io vi chiedo? che voglio da voi? Non certo gli applausi, o gli onori e tutto ciò che può lusingare, sia pure nell'effimero tempo, le piccole anime; voglio da voi qualche cosa di più profondo, di più serio, di più vivo, che sia vivo come voi siete vivi, che sia sangue del vostro sangue, carne della vostra carne, che diventi norma della vostra vita. Sono sicuro che voi mi darete questa disciplina fatta di devozione e di opere. Voi non avete le mani legate, non c'è bisogno di slegarvele. Le mani slegate le ho io e basta!
      Camicie Nere! Alzate i vostri gagliardetti, levate le grida gioiose che ci accompagnarono nelle grandi giornate. Io so già che cosa mi risponderete alle domande che sto per rivolgervi. Voi non potete essere, perché siete troppo intelligenti, gli schiavi di formule superstiziose ed assurde. Voi sapete che ogni secolo ha il suo sigillo; che quello che andava bene cento anni fa non va più oggi in cui gli obiettivi sono diversi. Oggi, o italiani, o popolo di Romagna, non si tratta che di conquistare la civile potenza tra le nazioni del mondo! («Sì, sì!», gridano le Camicie Nere).

(segue...)