Al popolo sabino
(12 ottobre 1924)
Con R. D. 4 marzo
1923, n. 545, la regione sabina veniva aggregata al Lazio: veniva
così soddisfatta una vecchia aspirazione di quelle
popolazioni, corrispondente anche ad antichissime ragioni storiche.
La città di Rieti, il 12 ottobre 1924, offerse la cittadinanza
onoraria a S. E. il Capo del Governo. Questi, dal Palazzo Municipale,
rivolse al popolo le seguenti parole:
Laborioso popolo della Sabina!
Tu mi hai portato il tuo saluto
mattutino, fresco e sincero. Io, a mia volta, ti saluto e ti
ringrazio dal profondo del cuore.
Sin dal passo Corese la grazia e
la forza di questa antica e gloriosa gente mi sono venute incontro,
mentre una donna sconosciuta mi ha porto un ramoscello di ulivo; l'ho
accettato come simbolo e come presagio perché nell'ulivo c'è
la foglia dolce e sottile ma c'è anche il legno aspro e duro.
In questa mattinata, radiosa di
sole e tumultuante di giovinezza, io agito, ancora una volta, questo
simbolo, che esprime la profonda aspirazione di tutto il popolo
italiano.
Se coloro che discutono
eternamente sull'abusato tema della forza e del consenso mi
seguissero nelle peregrinazioni che vado compiendo nelle terre
d'Italia, da queste moltitudini sarebbero convinti che la mia è
una verità e la loro è una menzogna.
Sin dal primo giorno del mio
Governo io pensai che la nobile Rieti, la romana, la latina Rieti,
dovesse tornare a Roma e accolsi il vostro voto che da cinquanta anni
era rimasto inascoltato.
Conosco ora altri vostri bisogni e
problemi che riguardano la vostra zona. So anche che voi non volete
vivere — come mi diceva testé il vostro ottimo
magistrato cittadino — sulle memorie del passato, ma volete
costruire, col lavoro alacre, le fortune del vostro avvenire.
(segue...)
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