(segue) Al popolo di Busto Arsizio
(25 ottobre 1924)
[Inizio scritto]

      Io intendo, energicamente intendo, continuare la mia fatica. Oh! non già perché sia un piacere, non già perché sia piacevole avere sulle spalle il destino di un popolo; ma è un mio dovere preciso; ho una somma di problemi che debbo risolvere, e li voglio risolvere. Del resto vedete che vi faccio dichiarazioni politiche così, con molta familiarità, come ci fossimo sempre conosciuti, e probabilmente ci siamo davvero sempre conosciuti.
      Ma queste dichiarazioni hanno forse la loro importanza. Se gli uomini di buona volontà vorranno ascoltare l'appello, bene; se no, continueremo la via da soli; la ricostruzione sarà più dura, più aspra, ma questa è una consegna storica che abbiamo; e noi siamo soldati fedeli alla consegna. Io penso che malgrado tutto, malgrado gli errori — ma chi è che non commette errori nel mondo! — ci sono ancora dei vasti consensi, ci sono sempre dei vasti consensi intorno al Governo che ho l'onore di presiedere: Governo di lavoratori, di gente che ha l'altissimo senso della propria responsabilità.
      E quando nelle mie meditazioni io metto a confronto l'Italia di dieci o di quindici anni fa e l'Italia di oggi, che deve risolvere problemi essenziali, e penso che è il Governo fascista, per esempio, che ha stabilito la linea telegrafica fra l'Italia e i 10 milioni d'italiani che sono al di là dell'Oceano (nessuno prima ci aveva pensato!) per me è una grande soddisfazione avere sul mio tavolo di lavoro a Palazzo Chigi un frammento del cavo che unirà le nostre anime al di sopra degli oceani! Opera nostra! e molte altre, molte altre, Signori! Molte altre! Tanto che qualche volta commetto un peccato d'orgoglio, un grave peccato d'orgoglio; il peccato di dire che se ci lasciano tranquilli per cinque o dieci anni, fra cinque o dieci anni l'Italia sarà irriconoscibile, avrà cambiato faccia, perché sarà ricca, tranquilla, prospera, perché sarà possente, perché sarà una delle poche nazioni che potranno domani guidare la civiltà mondiale.

(segue...)