(segue) Al popolo di Busto Arsizio
(25 ottobre 1924)
[Inizio scritto]

      E in Europa, l'ho già detto e lo ripeto, c'è chi sale e chi scende; il destino dell'Europa non è irrevocabilmente tracciato e definito. Io penso che fra coloro che salgono, fra coloro che montano all'orizzonte europeo ci sono gli italiani, ci siamo noi. E tanto più saliremo, tanto più rapidamente monteremo ai fastigi di questa storia quanto più saremo uniti, quanto più saremo concordi, quanto più rispetteremo le leggi — quelle che sono e quelle che saranno — quanto più ci considereremo soldato che ha i suoi compiti, la sua consegna, le sue responsabilità. Non la caserma prussiana, ma la nostra caserma; non il falansterio ma la fraternità di tutti gli italiani, che si ritrovano, che combattono, che lavorano, che sperano e che marciano verso un sicuro, verso un prospero avvenire!