Agli operai di Dalmine
(27 ottobre 1924)
Nello stesso
giorno, 27 ottobre 1924, il Duce, da Bergamo andò a visitare
la Chiesa di Sudorno e quindi lo Stabilimento metallurgico di
Dalmine. Si adunarono, nel piazzale dello stabilimento, tremila
operai, ai quali il Duce rivolse le seguenti parole:
Operai!
Voi non potete credere con quanta
emozione io abbia rivisto questa officina ardente e risonante che io
visitai una prima volta in tempi che parevano oscuri e che non
impedivano a voi di innalzare il tricolore, simbolo della Patria,
sulle ciminiere di questo stabilimento in piena efficienza materiale
e morale. Poco fa, mentre mi accompagnava attraverso i reparti, il
vostro capo mi spiegava e mi documentava come egli intende praticare
e pratica la collaborazione di classe. Mi diceva tutte le provvidenze
che egli ha realizzato ed io gli rendo ampia lode come Capo del
Governo e come italiano.
Voi sapete quello che io penso:
ritengo che tutti i fattori della produzione sono necessari:
necessario è il capitale, necessario l'elemento tecnico,
necessaria è la maestranza. L'accordo di questi tre elementi
dà la pace sociale: la pace sociale dà la continuità
di lavoro: la continuità di lavoro dà il benessere
singolo e collettivo. Fuori di questi termini, ve lo dico con
assoluta schiettezza, fuori di questi termini non vi può
essere che rovina e miseria.
Voi siete legati al progresso
tecnico e materiale del vostro stabilimento. Ho visto che sorgono
delle case molto decorose per gli impiegati: vedo là nella
pianura, che si delinea nelle sue linee semplici, un villaggio
altrettanto decoroso per gli operai. Si pensa dunque alle vostre
famiglie, si pensa a dare un alloggio sano, igienico ed a buon
mercato. Il comm. Garbagni mi diceva che avendo importato delle
farine in tempo utile non c'è stato ancora un aumento nel
prezzo del vostro pane. Questa è vera collaborazione di
classe; questo significa fare l'interesse della Nazione, della
produzione, del capitale e della stessa maestranza.
(segue...)
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