Per il secondo anniversario della Marcia su Roma
(28 ottobre 1924)


      L'atmosfera di lotta politica del 1924 aveva acceso sempre più intensamente gli animi dell'enorme maggioranza della Nazione, disgustata dalle ignobili speculazioni dei partiti avversari e dall'atteggiamento subdolo dei deputati d'opposizione ritirati su l'Aventino. Ma ormai l'Aventino e i vari gruppi d'opposizione erano vinti dall'evidenza dei fatti e dalla rivolta dell'opinione pubblica. In tale stato di cose, la celebrazione del 28 ottobre 1924, secondo anniversario della Marcia su Roma, acquistò una solennità e suscitò un entusiasmo che ebbero tutto il valore d'un'affermazione e d'un plebiscito. In tal giorno la Milizia Nazionale prestò giuramento al Re in tutta Italia. Il Duce presenziò a tale cerimonia a Milano, e in Piazza del Duomo, dalla torretta di un'autoblindata, rivolse alle Camicie Nere il seguente discorso:

      Camicie Nere!
      Voglio tributarvi il mio plauso altissimo e l'attestazione della mia simpatia profonda. Stamane voi avete sfilato in un modo superbo come veterani provati a cento battaglie. Prima di voi, in modo non meno superbo, hanno sfilato i reparti del nostro glorioso Esercito al quale voi, alzando i moschetti, dovete recare il vostro cordiale entusiastico saluto. Lo stesso saluto e nella stessa forma voi dovete mandare alla Maestà del Re, il primo soldato d'Italia, e rinnovare in un tempo la vostra devozione alla causa della Rivoluzione fascista per la quale siamo pronti a vivere, pronti a combattere e pronti a morire.
      Camicie Nere, Legionari! Siate orgogliosi di quello che avete compiuto, preparatevi con pura coscienza ai compiti più ardui di domani; per dimostrarvi la fede incoercibile che io ho nell'avvenire del nostro movimento, fin da questo momento io vi dò appuntamento per l'anno prossimo in questa stessa piazza.

(segue...)