(segue) Per il secondo anniversario della Marcia su Roma
(28 ottobre 1924)
[Inizio scritto]
Stanotte le legioni hanno dormito
sulla paglia: molte di esse non hanno avuto il rancio; e ciò
perché obbedivano: non è questa una manifestazione che
trascende ogni bassezza, ogni diffamazione? Si dice che non c'è
il consenso: ogni volta che io attraverso i paesi di questa adorabile
Italia trovo che a me vengono folle entusiastiche, spesso deliranti.
Si dice, per spiegare questo fenomeno, che esso dipende dal mio
fascino personale. Ripudio ciò: non è sufficiente! In
verità si vuole, attraverso la mia persona, onorare il
Partito, che, pur avendo commesso degli errori — e chi non
commise degli errori? — nacque da un fiero travaglio di
spiriti, nacque dalla trincea, nacque anzi nel 1915, a cui vogliamo
tornare.
Il Partito consacrò la
Vittoria vilipesa, quando il popolo era mistificato. Questa è
l'origine del Partito fascista che diede alla Patria non solo dei
giornali e degli opuscoli che nessuno legge, ma dei morti. Diede del
sangue puro, giovane; sangue di giovinetti, di mutilati, di
combattenti. Così rivendicò il grave diritto ed il
pesante privilegio di governare l'Italia. Ho detto «pesante
privilegio» poiché qualcuno crede che sia facile
governare una Nazione comprendente 40 milioni di abitanti in essa,
più 8 milioni oltre oceano.
Governare è una cosa
complessa, che pone giorno per giorno dei problemi gravi da
risolvere. Ogni giorno c'è una nuova fatica, una nuova pena,
una nuova responsabilità. Questo è il Governo: e noi
non governiamo la Nazione solamente per gli italiani di oggi, il che
sarebbe già molto, ma anche per le generazioni future, poiché
la Patria vivrà nei secoli e nei millenni. Quindi il senso del
dovere religioso deve essere in tutti i capi e in tutti i gregari.
Cittadini di Pallanza! Voi non
volete un lungo discorso: io non sono abituato a farne! Voi mi avete
ascoltato in un raccoglimento degno di un popolo gentile che abbia
dinanzi a sé lo spettacolo grandioso del lago e del cielo
azzurro. Permettete che vi porga i miei ringraziamenti e i miei
saluti e che esiga da voi una promessa.
(segue...)
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