Bissolati
(29 ottobre 1924)
Nello stesso
giorno, 29 ottobre 1924, il Duce passò da Cremona a Pescarolo
per assistere all'inaugurazione di una lapide e di un busto a Leonida
Bissolati. In tale occasione - dopo i discorsi del Sindaco del Comune
e dell'on. Farinacci - il Duce pronunziò il seguente discorso:
Popolo di Pescarolo!
Sono venuto a questa cerimonia,
invitato dal vostro Sindaco, dal capo del Fascismo della vostra
provincia; sono venuto con cuore puro, sono venuto a compiere un rito
di omaggio e di devozione.
Voi che conoscete la storia di
questi ultimi anni non ignorate che fra Leonida Bissolati e me vi
furono in due diversi momenti della vita italiana due fieri
contrasti: uno nel 1912 a Reggio Emilia, uno più tardi, a
guerra finita. Ora certa gente che vorrebbe perpetuare i dissidi
anche oltre la fossa, ignorando il detto del Poeta che oltre tomba
non vive ira nemica, solleva grande clamore di parole e versa fiumi
inesauribili di inchiostro per protestare contro questa cerimonia,
che essa avrebbe voluto monopolizzare.
Dopo il contrasto di Reggio
Emilia, Bissolati fu uno dei miei amici più cari, perché
il contrasto, o cittadini, non era un contrasto di interessi, non era
una ignobile passione, era una diversa valutazione di quello che in
quel momento avrebbe dovuto essere il socialismo italiano. Ed io, che
dò ragione anche ai miei avversari quando l'hanno, riconosco
oggi che Leonida Bissolati era nel vero e che io ero nel falso.
In fondo Leonida Bissolati vedeva
più profondamente di me nel fenomeno e diceva una verità
anticipata. Egli ammoniva: «Guardate che questo partito è
un ramo secco; un giorno o l'altro cadrà per terra. La forza
non può essere che nei Sindacati. È la massa
lavoratrice che, giorno per giorno, con un travaglio di educazione e
di elevazione, deve essere degna dei suoi nuovi destini».
(segue...)
|