(segue) Governo e maggioranza parlamentare
(11 novembre 1924)
[Inizio scritto]
L'orribile crimine consumato su
Armando Casalini — alla memoria del quale mando il mio e il
vostro reverente saluto — fu la prova del fuoco della
disciplina del Partito Fascista. Alcuni avversari in buona fede lo
hanno poi, lealmente, riconosciuto. Il punto saliente dell'avviamento
alla normalità è dato dal giuramento della Milizia —
compiutosi come cerimonia culminante del secondo anniversario della
Marcia su Roma. La Milizia ha giurato fede al Re e si è
presentata al pubblico dopo appena sedici mesi di vita, come un
organismo solidamente inquadrato ed efficiente dal punto di vista
militare. Solo un grande spirito idealistico può spiegare
questo fenomeno di volontarismo in grande stile, unico esempio in
tutto il mondo. Dopo questo giuramento, la riapertura della Camera è
un altro passo verso la normalità.
Non la sola riapertura, ma i
problemi posti all'ordine del giorno sono del più alto
interesse nazionale ed io vi prego, Signori, di porvi allo studio di
questi problemi, in modo che le soluzioni siano le migliori
possibili. Dopo aver liquidato l'arretrato dei decreti legge —
magari ricorrendo se necessario a sedute mattutine — sarà
dato inizio alla discussione dei singoli bilanci, il che non si
faceva più da dodici anni, mentre la legge sulla stampa,
l'elettorato femminile amministrativo e i provvedimenti che
riguardano la difesa della Nazione saranno immediatamente presentati
dinanzi alla Camera.
Posto per fermo — come
risulta non dalle parole, ma dai fatti — che il Governo intende
marciare speditamente ed ininterrottamente sulla strada della
normalità, mi sia concesso di dire un'ultima parola sulla
cosiddetta «normalizzazione». Ormai è chiaro —
come dissi al Cova — che cosa gli avversari del Governo
intendono specificare con questa parola. «Normalizzazione»
significa questo: una semplice crisi ministeriale. Significa cioè
il ritorno alla paralisi parlamentare che fu tanto deprecata e
condannata prima della Marcia, su Roma. Secondo le fantasie
centriste, il Governo dovrebbe essere messo in minoranza da un voto
che dovrebbe raccogliere le sinistre estreme, e poiché questa
«grande armata» non basterebbe, nemmeno dal semplice
punto di vista numerico, alla bisogna, una frazione della maggioranza
si dovrebbe prestare all'uopo, gentilmente e gratuitamente.
(segue...)
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