(segue) Governo e maggioranza parlamentare
(11 novembre 1924)
[Inizio scritto]

      Con queste precisazioni intendo chiudere la polemica d'ordine interno e passare all'esame di altri concreti e assillanti problemi e dell'opera compiuta, nei loro confronti, dal Governo.
      Comincio dal caro-viveri.
      L'aumento dei prezzi di tutti i generi di più esteso consumo e in particolare dei generi alimentari, aumento che porta necessariamente un sensibile inasprimento nel costo della vita, non è caratteristica di questo o quel paese; ma ha portata generale e dipende da cause complesse alle quali nessun paese, neppure tra quelli più favoriti perché largamente provvisti ed esportatori di derrate alimentari, ha potuto sfuggire. Vediamo infatti che l'aumento dei prezzi non ha colpito solamente paesi, come il nostro, a cambio sfavorevole e costretti ad importare quantità considerevoli di prodotti alimentari, bensì anche gli stessi paesi più ricchi, e fortemente esportatori, come gli Stati Uniti d'America e i mercati sud-americani, che sotto la pressione crescente della richiesta di quasi tutti i paesi d'Europa, soprattutto di grano e di carne, registrano, per questi generi, aumenti notevolissimi.
      Degno particolarmente di nota è il fenomeno del rincaro negli Stati Uniti d'America, dove il numero indice compilato dall'«Agenzia Dun» segna un aumento per il mese di settembre di uno e 1/8 per cento, sul mese di agosto. Il numero indice per questo paese segnava al 1° ottobre 190.878 in confronto di 183.821 col 1° giugno; si è avuto, cioè, un aumento di circa il 4 per cento in soli quattro mesi.
      Ciò posto, non può far meraviglia se in Italia dobbiamo registrare un aumento di circa il due per cento al 1° settembre in confronto del 1° gennaio di questo anno, aumento non diverso né di molto superiore a quello verificatosi nello stesso periodo in Francia e notevolmente inferiore a quello avutosi in Austria e in Germania per non parlare di altri paesi minori.

(segue...)