(segue) Governo e maggioranza parlamentare
(11 novembre 1924)
[Inizio scritto]

      In Cirenaica, situazione meno limpida di questa, ma rassicurante anche essa: prova ne siano le numerose sottomissioni di tribù che avevano partecipato alla ribellione. Lo sforzo di avvaloramento, iniziato audacemente; basti accennare ai cinquantamila ettari di terreno demanializzati in Tripolitania, per gran parte assegnati ad arditi coloni; le due Casse di Risparmio di Tripoli e Bengasi che si accingono a sovvenire col credito queste nobili opere dei pionieri; la rete stradale sempre più vasta; il fervore edilizio che ha fatto di Tripoli in due anni una delle più armoniose e attraenti città del Mediterraneo africano. E infine i bilanci, che con le loro entrate coprono interamente le spese ordinarie e straordinarie di carattere civile.
      Signori!
      Questa è l'opera compiuta dal Governo in soli cinque mesi; questi sono i fatti tangibili e indiscutibili, fatti la cui mole — lasciatemelo dire — è imponente. Voi vedete che il Governo ha servito fedelmente la Nazione — con assidua fatica.
      Adesso ci vorrebbe, per chiudere, una sonante perorazione. Ci rinunzio. Dico soltanto: il Governo ha fatto il suo dovere, signori Deputati della maggioranza, fate voi il vostro! E tutti insieme pensiamo all'Italia.