(segue) Per la riforma dell'Esercito
(2 aprile 1925)
[Inizio scritto]
Quale sarebbe l'ideale?
L'ideale sarebbe quello di portare
al massimo questi elementi: molti quadri, molte truppe, molte
macchine. Ma qui entra la finanza; è la finanza, da cui si
deve partire, perché se la finanza è sana e solida si
troveranno i milioni necessari, ma se crolla, tutto crolla.
Ora dovrei accennare
all'Aviazione. Constato come Pecori Giraldi abbia riconosciuto quella
che è la pura verità: che io ho trovato l'Aviazione per
terra, letteralmente per terra, e l'ho portata ad un grado che
aumenta veramente l'efficienza bellica della Nazione.
Naturalmente noi non possiamo
seguire la tattica dell'America, dove non si fa che un apparecchio;
ma esso è il più perfetto tra tutti, perché
l'America è il Paese dei dollari e le officine possono fare
gli apparecchi a serie immediate. Noi dobbiamo tendere alla qualità,
ma anche alla quantità.
I dati relativi all'Aviazione sono
i seguenti: la Francia ha 138 squadriglie con 1208 apparecchi e una
nave porta-aerei in costruzione. Però a queste cifre dovete
aggiungere quelle della riserva dei consumi che portano queste cifre
a 3000 o 4000 apparecchi.
L'Inghilterra ha 63 squadriglie
con 792 apparecchi, ha quattro navi porta-aerei. Gli Stati Uniti
d'America hanno 70 squadriglie, 570 apparecchi e 4 navi porta-aerei:
l'Italia ha 80 squadriglie con 882 apparecchi escluse le riserve e i
consumi. Oggi l'Italia ha 1786 apparecchi. Aggiungendovi quelli che
sono presso le ditte in costruzione e riparazione si ha un totale
oggi, 2 aprile 1925, di 2166 apparecchi che possono prendere quasi
immediatamente il volo. Ma ciò costa. Io, Commissario
dell'aeronautica, ho chiesto al ministro delle finanze 702 milioni
per il 1925-1926. Il ministro delle finanze mi ha detto: «è
impossibile», e allora ho ridotto questa cifra a 450 milioni
che spero di portare con un'aggiunta straordinaria ad una cifra più
elevata.
(segue...)
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