(segue) Alla Conferenza Interparlamentare del Commercio
(17 aprile 1925)
[Inizio scritto]

      Non meno importanti delle precedenti sono le questioni che la vostra assemblea si appresta ad esaminare.
      Sono certo che anche questa volta voi giungerete a felici risultati che saranno assai più efficaci, se, pur ispirandosi a giusti principi teorici, sapranno adeguarsi alle esigenze della pratica realtà.
      La vostra istituzione afferma sempre più l'utilità del compito che si è proposto.
      Voi avete cominciato nel 1914 con sei gruppi parlamentari, ne raccoglievate 22 nel 1923, 32 nel 1924.
      Oggi, in questa imponente assemblea, 40 Parlamenti sono degnamente rappresentati.
      È questa la seconda volta che la conferenza si riunisce a Roma.
      Ma nel 1917 l'Italia era ancora tutta tesa nello sforzo supremo della guerra. Voi la vedete oggi tutta dedita al lavoro, per riprendere con nuovo slancio il suo cammino sulla via del progresso economico, mostrandosi sempre rispettosa dei giusti interessi e dei bisogni degli altri paesi, e sempre disposta a rendere più intima la cooperazione tra i popoli.
      In nome di questi principi, che sono fondamento della vostra azione, inauguro questa conferenza formulando il voto che essa possa compiere un utile lavoro e che abbia il più felice successo.