(segue) Il decennale dell'intervento
(24 maggio 1925)
[Inizio scritto]
Quanti avvenimenti da allora! Come
possiamo dire di aver vissuto veramente nel breve ciclo di dieci anni
un tempo incalcolabile di storia! Abbiamo visto crollare gli imperi,
formarsi le repubbliche! Abbiamo raggiunto i nostri confini al
Brennero e al Nevoso, abbiamo redento le città che furono per
trenta o quarant'anni l'ansito di generazioni.
Ma al di là di queste
conquiste territoriali, abbiamo l'orgoglio della Vittoria e la
certezza che se fosse necessario noi incominceremmo a combattere
ancora.
Salutiamo tutti gli uomini
dell'intervento: quelli che venivano dall'alto e quelli che venivano
dal basso. Tutti costoro ci guardano negli occhi e ci ammoniscono,
che bisogna continuare e bisogna insistere in questa necessaria
disciplina, perché la guerra sotto diverso nome continua
ancora. Dopo aver conquistato la sicurezza dobbiamo tendere alla
potenza.
Questo è il significato
della odierna celebrazione e da quest'aula deve andare al popolo
italiano il nostro monito ed il nostro appello.
Con l'amore se è possibile,
con la forza se è necessario, vogliamo che tutti gli italiani
si considerino come un esercito mobilitato per le opere di pace e se
occorre per le opere di guerra.
Noi siamo i testimoni di questa
fede e di questa certezza. Noi vogliamo che l'Italia sia grande, sia
sicura, sia temuta!
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