“Intransigenza assoluta”
(22 giugno 1925)
Il 21 giugno 1925
s'inaugurò all'Augusteo, in Roma, il Congresso Fascista. La
sera del 22 giugno il Duce chiuse i lavori del Congresso con questo
discorso, in cui sotto toccati i punti essenziali del pensiero e
della prassi fascista. Anche questo è uno dei discorsi
fondamentali per chi voglia studiare l'essenza etica e il valore
politico della Rivoluzione.
Camerati!
Stasera sono in vena, avendo
superato la noia che io debbo superare tutte le volte che debbo
pronunciare un discorso. Attendetevene uno che sarà un'ora di
grande allegrezza, perché sarà schiettissimo nella
forma e nella sostanza. Ecco un Congresso che ha sbalordito gli
avversari. Lo abbiamo ridotto sul preventivato del 50 per cento.
Credo che se noi ne avessimo avuta la volontà probabilmente il
Congresso sarebbe finito prima di cominciare. Perché? 1°)
perché il Partito si è trovato dinanzi a fatti
compiuti, a opere ultimate; 2°) il Partito nazionale Fascista è
oggi granitico e unanime come non fu mai; 3°) perché tutte
le volte che io ho sentito qualcuno di voi rinunziare alla parola, e
tutte le volte che io dovevo sospingere qualcuno di voi alla tribuna,
vi avrei abbracciato!
La ho sognata io la generazione
italiana dei silenziosi operanti: la ho voluta io, riducendo il mio
stile e abolendo tutto ciò che era decorazione, fronzolo,
superficialità, annullando tutti i residui del seicentismo,
tutta la ciarla vana, che era necessaria quando gli italiani si
riunivano per discutere quali degli immortali principi erano marciti
e quali dovevano ancora marcire. Sono sicuro che quei signori che si
sono autodefiniti sacerdoti officianti di una misteriosa divinità
che si chiama opinione pubblica, e della quale ci strainfischiamo,
sono sicuro che i giornalisti avversari ed eziandio i
fiancheggiatori, troveranno che un Congresso che non parla, un
Congresso di soldati, di non politici, è una specie di
abominazione. Noi siamo ancora per fortuna un esercito. Io sapevo che
nessuno di voi era invecchiato. Purtuttavia, temevo che quattro anni
di tempo avessero dato alla vostra corporatura, quel di più di
adipe che accompagna il triste passaggio dei 40 anni. Siete ancora
sveltissimi, muscolosi, agilissimi, veramente degni di incarnare la
giovinezza d'Italia. Questo Congresso, malgrado il passaggio del
tempo, è stato anche più fascista di quello che non
fosse il Congresso di quattro anni or sono.
(segue...)
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