Discorsi agli ufficiali
(12-14 agosto, 12 settembre 1925)
Questi quattro
brevi discorsi, pronunciati fra il 12 agosto e il 12 settembre 1925,
davanti ad ufficiali di diverse armi e ad ufficiali di complimento,
costituiscono un breve ciclo unitario, destinato a indicare
sinteticamente il compito altamente educativo degli ufficiali.
Il primo è
stato pronunciato a Roma il 12 agosto 1925, agli ufficiali di
fanteria, dopo l'esame della nuova divisa dei Fanti, indossata
dall'81° Fanteria.
Sono veramente ammirato, quasi
commosso per lo spettacolo insuperabile, alto e sublime che mi hanno
dato le vostre truppe; io che sono un vecchio conoscitore di uomini e
di masse. Commosso, ho detto, perché tutte le volte che io mi
trovo tra i fanti, ricordo la guerra che ho combattuto con le
fanterie meravigliose di sacrificio e di fervore; e penso che come
ieri anche domani sarà la fanteria che deciderà i
destini di una guerra, la potenza o la decadenza di un popolo.
Voi dovete sentire questo perché
voi dopo i maestri, siete i grandi educatori della Nazione. Ma dovete
esserne educatori anche nei momenti più severi. Voi siete lo
spirito rinnovatore del popolo italiano, che passa dinanzi a voi
nell'età migliore; e dovete abituarlo al culto quotidiano
inestinguibile della Nazione, che si riassume nel nome augusto del
Re, immagine della Patria.
Il giorno dopo, 13
agosto 1925, il Duce passò in rivista il Reggimento dei
Bersaglieri della Caserma di S. Francesco a Ripa in Roma; quindi -
dopo il gran rapporto - rivolse agli ufficiali le seguenti parole:
Signori Ufficiali!
Dite ai vostri bersaglieri che
sono ammirato del loro contegno.
(segue...)
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