(segue) Al popolo di Mantova
(25 ottobre 1925)
[Inizio scritto]
Camerati, sono tre anni durante i
quali abbiamo avuto il privilegio e la responsabilità di
governare la Nazione. Tre anni di duro governo durante i quali non
abbiamo lusingato il popolo! Gli abbiamo anzi imposto degli aspri
doveri, pur rendendolo partecipe alla vita dello Stato. Ebbene,
questo popolo, che non è stato lusingato da me, che non sarà
mai lusingato da me, e soprattutto non sarà mai corrotto da
me, dopo tre anni mi dà prove formidabili del suo consenso
come all'indomani della rivoluzione trionfante che ci condusse a
Roma! Sono io dunque il tiranno, di cui si parla nelle stupidissime
cronache giornalistiche? Sono io dunque il dittatore circondato da
nugoli di armati che cerca di tenere avvinto il popolo con le catene
— così come si va dicendo in talune impudenti gazzette
di oltr'Alpe? Si dice che noi siamo il Partito dominante. Verissimo!
E vogliamo dominare ancora, ma per meglio servire la causa del popolo
italiano! Questa causa noi la serviremo a qualunque costo, con
l'amore o con la forza, con l'ulivo o con la spada, perché
intendiamo che l'Italia abbia il suo posto nel mondo.
Camerati, vedendo i vostri
movimenti, mi sembra di stare su di un oceano dalle possenti ondate e
mi pare di essere il pilota di una nave che spiega ai venti tutte le
sue vele e le sue bandiere, pronta a tutte le battaglie.
Camerati, siete convinti che noi
dobbiamo continuare, che dobbiamo marciare, che dobbiamo mantenerci
serrati come un esercito formidabile, fino a che tutti i compiti non
siano stati assolti, fino a che tutte le mete non siano state
raggiunte? L'Italia è ormai completamente fascista o
fascistizzata; al di fuori delle nostre masse non ci sono che dei
melanconici, dei vendicativi, degli impotenti e dei ruderi. State
tranquilli. Con queste parole io chiudo questo che è per me
uno dei più memorabili tra i miei discorsi, perché da
tre anni non vedevo una folla così ardente come la vostra.
State sicuri che il pilota ha il braccio saldo e il cuore che non
trema.
(segue...)
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