(segue) Per il terzo anniversario della Marcia su Roma
(28 ottobre 1925)
[Inizio scritto]
Oggi l'ambiente è
radicalmente cambiato. I popoli non possono più attendere;
sono assillati dai loro problemi, sospinti dalle loro necessità.
Queste le ragioni per cui io metto il potere esecutivo in prima linea
fra tutti i poteri dello Stato; perché il potere esecutivo è
il potere onnipresente e onni-operante nella vita di tutti i giorni
della Nazione.
V'ha di più: il regime
fascista si è diffuso e dilatato in tutta la Nazione, e non è
più soltanto un Governo. Sono settanta provincie, sono
settemila comuni, ottocentomila tesserati, sono due milioni di
contadini e di operai, sono trecentomila militi.
Signori! Questo regime non può
essere rovesciato che dalla forza. Coloro che credono di poterci
sbancare con le piccole congiure di corridoio, o con dei fiumi di
inchiostro più o meno sudicio, costoro si disingannino: i
Ministeri passano, ma un regime nato da una rivoluzione stronca tutti
i tentativi di controrivoluzione e realizza tutte le sue conquiste.
Quella che si chiamava la rotazione dei portafogli non esiste più,
e quando domani dovesse ricominciare non potrebbe svolgersi che
nell'ambito del Partito nazionale fascista.
Milanesi! Ove andiamo noi in
questo secolo? Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di
raggiungerle. Il secolo scorso è stato il secolo della nostra
indipendenza. Il secolo attuale deve essere il secolo della nostra
potenza. Potenza in tutti i campi, da quello della materia a quello
dello spirito. Ma quale è la chiave magica che apre la porta
alla potenza? La volontà disciplinata. Allora, voi vi rendete
conto come oggi l'Italia realizzi il prodigio di vedere, dopo un
secolo di tentativi, di guerre, di sacrifici, di martiri, il popolo
italiano che entra sulla scena della storia, e si investe della
coscienza dei suoi destini. Non è più la popolazione,
come un secolo fa, divisa in sette Stati, quella popolazione che
diventò popolo; poi il popolo, attraverso il sacrificio della
guerra, diventò Nazione. Oggi la Nazione si dà la sua
ossatura giuridica e politica e morale e diventa Stato.
(segue...)
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