(segue) Per il terzo anniversario della Marcia su Roma
(28 ottobre 1925)
[Inizio scritto]


      Il vostro dono mi commuove profondamente. I vittoriosi sono i vostri morti, i vostri indimenticabili morti. Io non ho fatto che innalzare la loro memoria. Vi assicuro che i vostri morti saranno sacri: essi non subiranno oltraggio e saranno sempre circonfusi della più pura gloria. Vi ringrazio.


      Nello stesso giorno, il Duce si recò alla Casa del Fascio, dove un Comitato femminile offrì un vessillo alla Delegazione lombarda dell'Associazione nazionale famiglie caduti fascisti. In tale occasione il Duce pronunziò le seguenti parole:

      La grande manifestazione di ieri, durante la quale ho sentito vibrare così profondo il consenso attorno all'opera del regime, si conclude stamane con questa cerimonia di una eloquenza profondamente suggestiva e commovente. Poco fa a Palazzo Monforte erano le madri e vedove dei caduti della grande guerra vittoriosa che mi offrivano un dono simbolico; qui sono le madri e vedove dei caduti dell'altra guerra che si raccolgono intorno a questo vessillo nel quale è simboleggiata la nostra fede purissima ed indomita. Avete udito le parole del cappellano e delle vostre compagne. Voi siete le custodi del fuoco sacro, voi avete l'obbligo morale, e lo assolverete certamente, di difendere, contro tutto, il sacrificio dei vostri figli, dei caduti fascisti tutti che il loro sacrificio hanno voluto e compiuto deliberatamente. Se vi sono mani che debbono reggere il vessillo della rivoluzione fascista, che porteremo innanzi a qualunque costo, queste mani sono le vostre. Sono sicuro che non fallirete al vostro compito e compirete il vostro dovere.