(segue) Elementi di Storia
(31 ottobre 1925)
[Inizio scritto]
L'«uscita in tempo» è
condizione pregiudiziale di successo tanto nella scherma come in una
battaglia. Che il 3 gennaio sia stato «tempestivo» è
stato dimostrato dagli avvenimenti, in modo inconfondibile. Errano
tuttavia coloro che a quella data vorrebbero stabilire l'inizio della
Rivoluzione fascista: equivale a confondere il 18 brumaio coll'89. La
Rivoluzione francese comincia con la convocazione degli Stati
Generali e si riprende con il colpo di Stato Sieyes-Bonaparte. Così
la Rivoluzione fascista comincia nell'ottobre del 1922; fissa gli
elementi irrevocabili del suo successo e del suo sviluppo nel gennaio
del 1923 con la creazione della Milizia, l'istituzione del Gran
Consiglio e l'espulsione dei vecchi partiti, nessuno escluso, dalla
politica italiana. Continua per tutto il 1923 coi pieni poteri,
durante i quali, problemi annosi e gravi, furono risolti in tutti i
campi dell'Amministrazione dello Stato. Ha una sosta nel secondo
semestre del 1924. Riprende in pieno all'inizio del 1925. Adesso,
continua la sua avanzata irresistibile.
II.
Il 3 gennaio è una folata
che rischiara di colpo l'atmosfera.
Mentre liquida alcune forze che si
erano venute formando in margine ai vecchi partiti, disperde
l'equivoco del combattentismo e del fiancheggiamento, inchioda alla
croce della sua impotente sterilità l'Aventino, seppellisce la
ridicola «questione morale»; ridona al Fascismo tutta la
sua intransigente bellicosità. Le legioni che si erano
macerate nella lunga attesa, balzano in piedi, come al richiamo di
una fanfara. L'opposizione è finita. Vivrà ancora
qualche mese, come vive un cronico condannato a morire. Il colpo è
vibrato in tempo, perché nel febbraio io cado seriamente
ammalato. Le cose sono oramai avviate, tuttavia la mia clausura porta
qualche incertezza negli amici, qualche speranza negli altri.
Finalmente il 22 marzo, dal balcone di Palazzo Chigi, davanti a una
sterminata folla che in quel momento veramente mi amava, annuncio il
«bello». Nell'aprile il Gran Consiglio affronta il
problema dell'Italia Meridionale. I «provveditori alle Opere»
nacquero in quella memorabile sessione. Nello stesso periodo di tempo
assumo la direzione dei Dicasteri militari e chiamo a collaborare con
me uomini di provata esperienza, di sicura fede e di salda dottrina.
Nel giugno la Camera vota le leggi della difesa del Regime, e il
Fascismo raduna il suo Congresso Nazionale all'Augusteo.
(segue...)
|