4 novembre
(4 novembre 1925)
A Roma, la mattina
del 4 novembre 1925, settimo anniversario della nostra Vittoria, un
grande corteo di popolo si recò alla tomba del Milite Ignoto.
La celebrazione, che accendeva gli animi, con un profondo sentimento
di gratitudine per chi aveva ridato valore alla Guerra e alla
Vittoria, doveva esser profanata, nell'intenzione di una fosca
congrega, da un attentato contro il Duce. La folla lo ignorava; ma
quella stessa mattina alle ore 9 era stato arrestato l'attentatore
che aveva già puntato il fucile alla finestra d'un albergo da
cui si poteva mirare sul balcone di Palazzo Chigi. Il Duce era al
corrente del fatto, ma noncurante del pericolo corso; e quando il
corteo passò sotto Palazzo Chigi, acclamandolo, Egli si
affacciò al balcone e pronunziò le seguenti parole:
Vi siete qui raccolti, o
cittadini, per celebrare la data più memorabile della storia
italiana, la data della nostra Vittoria, di quella Vittoria che non è
per noi un tesoro da tenere chiuso in uno scrigno prezioso, ma una
conquista da rinnovare ogni giorno.
Solo così i sacrifici
innumerevoli di vite che il popolo italiano ha sostenuto non andranno
perduti.
Oggi tutto il popolo italiano,
quello che lavora, si è riconciliato con la Patria, e per la
Patria è pronto ancora a combattere.
Elevate le vostre bandiere e le
anime vostre! Viva il re! Viva l'Italia! Viva il Fascismo!
Nel pomeriggio
ebbe luogo, al Teatro Costanzi (oggi Teatro Reale dell'Opera) una
solenne celebrazione della Vittoria, indetta dall'Associazione
Nazionale Mutilati. Parlò l'on. Delcroix, quindi il Duce
rivolse al pubblico il seguente discorso:
(segue...)
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