(segue) 4 Novembre
(4 novembre 1925)
[Inizio scritto]

      E pensate, che ad ogni tentativo di rompere in guerra v'era il dissidio fra i municipalisti retrivi e i democratici conservatori, quando la guerra di Crimea era l'atto più geniale che sia stato compiuto dalla diplomazia in tutti i tempi.
      Cavour decideva di mandare 15.000 uomini in Crimea, Mazzini si dichiarava contrario a questa impresa, mentre Garibaldi l'appoggiava. Persino v'era chi non voleva votare i bilanci militari. Ed aveva ragione Carlo Alberto il magnanimo quando, andando ad Oporto, diceva agli italiani: siate un po' più uniti e diventerete invincibili.
      Malgrado ciò per il sacrificio, per la volontà crescente, per l'impulso dato dal Piemonte, per tutti i martiri sopportati da tutti i patriotti di tutte le regioni d'Italia, il gran passo era compiuto nel 1870. Poi nel 1915 non la sola fatalità storica, ma anche la volontà umana spinge a brandire la spada. Abbiamo conquistato i confini, i confini veramente sacri e inviolabili, i confini del Brennero e del Nevoso; guai a chi li tocca. Tutto il popolo in questo caso urgerebbe alle frontiere nel desiderio della guerra e della battaglia. Perché io affermo che con oggi il popolo ha il senso della Vittoria? Prego di seguirmi in questa formulazione del mio pensiero che cercherò di rendere più esatta possibile.
      Il regime precedente al nostro, il regime demo-liberale, ignorò le masse. In un secondo tempo non le ignorò più ma le abbandonò agli altri che le innalzarono contro lo Stato. Oggi, quando vedete i reduci marciare a tre e a quattro, quando vedete questa magnifica disciplina del popolo italiano che marcia nelle strade non più a forma di gregge come una volta, ma a battaglioni serrati, voi vi rendete conto che una profonda trasformazione si è operata nell'anima del popolo italiano; vi rendete conto che il popolo italiano è entrato nello Stato. È un atto di vittoria. Chi poteva dopo la guerra, e lavorando sul materiale della guerra, sulle passioni, i trionfi ed anche sulle delusioni della guerra, chi poteva avvicinare questo popolo ostile o indifferente o dimenticato allo Stato? Chi? Il Fascismo.

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