(segue) Sintesi della politica fascista
(18 novembre 1925)
[Inizio scritto]
Riassumendo: la situazione
all'interno è nettamente dominata dal partito fascista, tutto
il resto non conta se non come materiale di archeologia. Rispettabile
materiale, se volete, col quale è forse possibile di indagare
i misteri della storia passata, ma non è certamente possibile
costruire l'edificio possente della storia futura. Che cosa importa
allora del colle che porta sfortuna fino dai tempi dell'antichità?
Che cosa importa che qualche sciagurato, ebbro di disperazione e di
vendetta, pensi a qualche colpo sinistro?
Tutto ciò per me
personalmente ha una scarsa importanza. Vado più in là,
ed affermo che se anche i tentativi si ripetessero a catena, come a
catena si ripetevano le ignobili campagne scandalistiche, il regime è
così solido ormai, così infrangibile nella coscienza
del popolo italiano, che può fare a meno anche degli uomini,
me compreso.
Qui debbo forse alzare la voce,
perché non parlo soltanto a voi, intendo di parlare al mondo.
Dopo alcuni secoli, assistiamo a questo fenomeno che intorno ad una
idea italiana il mondo si divide prò e contro: da Tokio a New;
York, dal nord al sud, in tutti i continenti, in tutti i paesi, si
discute prò e contro il Fascismo. E mentre io affermo che non
è possibile all'estero di copiare il Fascismo, perché
diverse sono le condizioni storiche, geografiche, economiche e
morali, affermo però che ci sono nel Fascismo fermenti di vita
il cui carattere universalistico non può essere negato.
In tutto il mondo si sente che il
sistema parlamentare che ha avuto la sua utilità, sistema
durato alcuni decenni della storia del secolo decimonono, oggi è
insufficiente a contenere l'impeto crescente dei bisogni e delle
passioni della civiltà moderna. Si sente ovunque che in questa
società moderna è necessario ristabilire severamente i
principi dell'ordine, della disciplina della gerarchia, senza i quali
le società umane si avviano al caos e alla, rovina.
(segue...)
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