Il Senato e la Massoneria
(20 novembre 1925)
Per l'alto valore
politico della Legge contro le Società segrete rimandiamo alla
nota preliminare al discorso tenuto dal Duce alla Camera dei Deputati
nella tornata del 16 maggio 1925. Ora, nella tornata del 20 novembre
1925, lo stesso progetto di legge si presentava al Senato del Regno
ove un esiguo ma tenace gruppo di Senatori d'opposizione colse
l'occasione per ripetere le solite accuse al Governo Fascista, senza
avere neppure la sensibilità politica sufficiente per rendersi
conto della nuova reazione suscitata nell'opinione pubblica dalla
provata ingerenza della Massoneria nell'attentato Zamboni del 4
novembre.
Il Duce rispose
agli oppositori con il seguente discorso:
Vi prego di credermi se vi dico
che prendo la parola con molto rammarico, ma aggiungo subito che non
voglio infliggervi il tedio di ascoltare un lungo discorso. Mi
limiterò a dichiarazioni sommarie.
Voglio prima di tutto manifestare
la mia intima soddisfazione per il modo alto con il quale questa
discussione su un argomento così importante si è
svolta. Sono affiorate delle tesi interessanti: quella dei liberali
integrali che dicono: neghiamo il regime e tutte le sue leggi; altri
liberali invece, come il sen. Ricci, dicono che resistere è
vana fatica, e io aggiungo, è alla fine antinazionale.
Quel polemista signore che è
il sen. Crispolti mi ha vibrato un sottile colpo di fioretto. Io lo
parerò, ricordando al sen. Crispolti che, pur non essendo io
un feticista della coerenza formale ed ipocrita, posso attestare che
ci sono nella mia vita delle coerenze di ordine fondamentale e una di
queste coerenze è precisamente la mia avversione alla
massoneria. Questa avversione è di data abbastanza antica.
(segue...)
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