Per l'accordo di Washington
(5 dicembre 1925)
La missione
inviata a Washington per la sistemazione dei debiti con gli Stati
Uniti d'America - presieduta da S. E. il conte Volpi di Misurata,
Ministro delle Finanze - ritornò a Roma la sera del 4 dicembre
1925. Il giorno seguente - tornata del 5 dicembre 1925 - la Camera
dei Deputati acclamò i negoziatori di Washington. All'applauso
della Camera il Duce si associò facendo le seguenti
dichiarazioni:
Onorevoli Colleghi!
Il Governo a mezzo mio si associa
al tributo di soddisfazione e di simpatia che il Presidente e voi
avete offerto in questo momento al negoziatore di Washington.
Egli ha indubbiamente condotto e
vinto una dura battaglia. Era in giuoco una cifra... astronomica;
qualche cosa come 50 miliardi.
Ci siamo ormai abituati a queste
cifre, ma esse fanno sempre una certa impressione.
Quella cifra, in sé,
rappresentava anche un capitolo della nostra storia futura.
Come giustamente ha detto l'amico
De' Stefani, era un grande ostacolo che bisognava togliere dal nostro
cammino. E i negoziatori, capitanati dal Ministro il quale aveva dei
collaboratori che devono essere ricordati, e in primo luogo bisogna
ricordare il sottosegretario Grandi, hanno portato in queste
trattative quello che giustamente si può chiamare lo stile
fascista. E lo stile fascista è la chiarezza, la dignità,
la risolutezza e la sollecitudine.
Gli americani, che sono un grande
popolo e che hanno un sistema di governo assai severo, e, pur avendo
una grande statua della Libertà sulle rive del porto l'hanno
però severamente controllata all'interno — e giustamente
— gli americani, quando si sono trovati innanzi ai
rappresentanti dell'Italia nuova hanno immediatamente simpatizzato.
(segue...)
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