(segue) Il Senato e la Massoneria
(20 novembre 1925)
[Inizio scritto]

      Qui ci sono dei senatori che si applicano alla materna arte dei campi. Dicano questi senatori quale immensa eco abbia avuto l'appello per la battaglia del grano. Non c'è casolare, dove la mia parola non sia stata accolta con alto senso di civismo e perfetto spirito di disciplina. Ma oggi, proprio oggi, questo popolo che si vuole diffamare dinanzi al mondo dipingendolo come un popolo avvinto nelle catene, questo popolo corre agli sportelli degli uffici pubblici e delle banche e versa il dollaro dando così prova di altissima disciplina e di mirabile patriottismo.
      Questa è la realtà non camuffata dalla passione polemica. Con questa legge si chiude evidentemente un periodo della storia italiana ed io potrei modestamente dire che raccolgo i frutti di una lunga e tenace campagna. Votando questa legge, onorevoli senatori, rendete un alto e segnalato servizio alla Nazione.

      La legge, che alla Camera dei Deputati era stata approvata all'unanimità, fu posta ai voli per appello nominale. Fu approvata con 208 voti favorevoli, 6 contrari e 21 astenuti su 235 presenti.