(segue) L'art. 13 della Legge sui rapporti collettivi di lavoro
(11 dicembre 1925)
[Inizio scritto]

      Questa legge, che è veramente fondamentale, considera due economie, l'economia industriale e l'economia agraria.
      E, in questa considerazione, le due economie procedono su due linee parallele. Ad un certo punto l'economia agraria arriva sino alla magistratura obbligatoria, cioè all'obbligo. L'economia industriale si ferma invece al piano della semplice facoltà.
      Io penso che una legge così fatta rimane mutilata; penso, che, o si fa un passo innanzi con l'economia industriale, o si fa un passo indietro con l'economia rurale. Insomma, o la facoltà o l'obbligo per entrambe. Anche perché io penso che non ci sia una netta separazione fra le due economie, se è vero, come è vero, che l'agricoltura si industrializza, se è vero che dai prodotti della terra traggono la materia prima talune delle più grandi industrie del nostro Paese, le tessili e le chimiche.
      Perfino quelle caste vaccine, di cui parlava ieri sera il mio amico Barbiellini, nel suo discorso rorido di profumi agresti, perfino quelle danno luogo ad una industria di grande portata, l'industria del caseificio. Così la vigna dà luogo all'industria enologica, e successivamente.
      Io credo che si debba invece arrivare ad una concezione unitaria dell'economia nazionale. È certamente una iattura il grano che resta, o che restava, non mietuto nei campi, ma talvolta uno sciopero che interrompe la produzione in momento delicato in cui si disfrena la concorrenza internazionale può dar luogo a conseguenze ancora maggiori.
      Bisogna avere il coraggio di inoltrarsi anche in questo che si vuol far credere un campo inesplorato e pieno di imprevisti. Non ci sono i leoni, e del resto i leoni sono delle sedicenti belve!
      Il secolo liberale non ha riconosciuto il diritto di coalizione e di sciopero, se non molto tardi. L'Inghilterra lo ha riconosciuto nel 1825, la Francia nel 1864, il Belgio nel 1866, l'Italia nel 1900. Ma appena riconosciuto il diritto di coalizione e di sciopero, si è subito intravista la necessità di regolare questo che è un atto di guerra fra le classi. E tutta la legislazione si è posta su questo terreno.

(segue...)