(segue) L'art. 13 della Legge sui rapporti collettivi di lavoro
(11 dicembre 1925)
[Inizio scritto]
Oltre quindi all'opera di
controllo che le corporazioni fasciste faranno a se stesse, c'è
anche l'opera di controllo sovrana del Governo. Che cosa si è
fatto durante questi tre anni di pratica sindacale? Io non sono il
segretario delle corporazioni, ma non c'è stata grande
questione sindacale nell'industria e nel commercio — quando si
trattava della legge sull'impiego privato — nella navigazione —
quando si trattava del contratto dei marittimi —, dico, non c'è
stata nessuna questione di interessi sindacali di grande portata che
io non abbia esaminata e qualche volta risolta.
Così stando le cose, io
credo che la Confederazione dell'industria possa fare il passo
innanzi e lo farà anche perché credo fermamente che i
vantaggi saranno di gran lunga superiori agli inconvenienti.
Onorevoli colleghi, prima di
finire voglio dirvi e spiegarvi perché io sono arrivato a
questa conclusione.
Sono arrivato a questa conclusione
partendo da un punto di vista che è fondamentale tutte le
volte che io intraprendo ad esaminare la situazione italiana.
Io considero la Nazione italiana
in istato permanente di guerra.
Già dissi e ripeto che i
prossimi cinque o dieci anni sono decisivi per il destino della
nostra gente.
Sono decisivi perché la
lotta internazionale si è scatenata e si scatenerà
sempre di più e non è permesso a noi che siamo venuti
un poco in ritardo sulla scena del mondo di disperdere le nostre
energie.
Come durante la guerra combattuta
al fronte non si ammettevano controversie nelle officine e vi erano
degli organismi di conciliazione che le superavano ed i risultati
furono soddisfacenti perché non ci furono mai sospensioni di
lavoro, così attraverso queste organizzazioni noi realizziamo
il massimo della efficienza produttiva della Nazione.
(segue...)
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