(segue) Il Novecento
(15 febbraio 1926)
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      Seconda domanda. Perché «Mostra del '900»? Qualcuno ha osservato che questa prima Mostra non può avere la pretesa di ipotecare un secolo che è appena incominciato da sette anni, cioè dalla fine della guerra mondiale e che prima del fatidico 2000 altri 74 anni devono passare, durante i quali le più straordinarie vicende, gli eventi più impensati potranno verificarsi, anche e, vorrei quasi dire, soprattutto nel dominio dell'arte. Ma è evidente che il titolo di Mostra del '900 non si riferisce a un dato di semplice cronologia. Credo di essere nel giusto se affermo, che per novecentisti non devono intendersi coloro che sono nati in questo o nel secolo scorso o che hanno cominciato a dipingere prima e dopo la guerra, ma Coloro che seguono un determinato indirizzo artistico, e vogliono provocare una determinata selezione.
      I novecentisti sono artisti che non si rifiutano, non rifiutano e non debbono rifiutare alcuna esperienza e alcun tentativo: quasi tutti hanno infatti vissuto l'esperienza futurista, ma intendono di essere e di rappresentare qualche cosa per se stessi; un di più, una conclusione ed un inizio, creatori, non rifacitori o copiatori: un «momento artistico» insomma, che può essere abbastanza lungo e importante da lasciare durevole traccia nella storia dell'arte italiana di questo secolo.
      La prima Mostra del '900 è riuscita? Rispondo esplicitamente in modo affermativo. Bisogna considerare la natura speciale di questa Mostra. È una Mostra qualitativa non quantitativa. Non poteva quindi essere aperta a tutti, e nemmeno a molti. Organizzare una Mostra artistica in genere e l'attuale in ispecie è particolarmente delicato: bisogna da una parte scegliere, e dall'altra respingere. Bisogna scegliere accuratamente e non meno accuratamente respingere quando si vogliono raggiungere fini non soltanto commerciali, ma si voglia valorizzare una tendenza artistica, indirizzare e talvolta correggere il gusto del pubblico. Non vi è dubbio che nella quasi totalità, questa Mostra raccoglie opere di incontestabile valore artistico. C'è in molti di codesti espositori che si avviano alla ferma maturità, il segno creativo di una forza che dispone ormai di mille possibilità, vi sono gli ignoti — scoperti per la prima volta — e tratti dalla loro solitudine provinciale, e vi è anche la acerba e forse non fallace promessa di coloro che varcano — giovanetti — anch'essi per la prima volta la soglia seducente di questi templi.

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