“Per la strada segnata dal destino”
(7 aprile 1926)
In quel giorno del
7 aprile 1926, la folla, ansiosa di vedere il Duce dopo l'attentato,
si era riversata nelle strade, e aveva affollato i dintorni del
Palano Littorio. Quando, verso le 17, il Duce uscì in macchina
da Palazzo Littorio per recarsi a Palazzo Chigi, fu fatto segno a
continue dimostrazioni e, dopo il suo arrivo a Palazzo Chigi, le
continue insistenti ovazioni della folla ammassata in Piazza Colonna
lo indussero ad apparire al balcone, donde rivolse al popolo
acclamante le seguenti parole:
Camicie Nere!
Voglio farvi sentire per pochi
minuti la mia voce, (grida: «No! No!»),
per convincervi che essa non ha cambiato minimamente di timbro, come
vi posso garantire che il mio cuore non ha accelerato i suoi palpiti
(applausi fragorosi). Con questo voglio fare un elogio a voi tutti,
perché io mi considero della vostra generazione: cioè
appartenente al tipo dell'italiano nuovissimo, che non si sgomenta
mai, ma procede sempre (acclamazioni), intrepidamente per la strada
che gli è segnata dal destino.
Voglio ringraziarvi perché
questa vostra improvvisa manifestazione, questo vostro caldo
entusiasmo spontaneo sta a dimostrare che il regime è
soprattutto solidissimo nelle vostre coscienze e nella vostra
passione. Nulla e nessuno con armi palesi o subdole potrà
arrestare l'infrenabile marcia del fascismo vittorioso.
Come alcuni mesi fa quando in
un'altra ora simile a questa il popolo di questa Roma che io adoro
volle venire qui, così io oggi vi ripeto che vi sono grato del
vostro plauso, ma esigo che, a manifestazione ultimata, non vi siano
supplementi di nessuna specie (Grida: «Obbediremo!»), che
voi riguadagniate nel massimo ordine, secondo lo stile fascista, i
vostri quartieri. Nessun pericolo minaccia il regime.
(segue...)
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