(segue) XXIV Maggio, a Genova
(25 maggio 1926)
[Inizio scritto]
Dovremo dunque noi o Genovesi, o
italiani, dovremo serrare i denti in questa lotta che oggi è
soltanto economica e morale, dovremo fare ceppo di tutte le nostre
volontà, fare catena di tutti i nostri sforzi, dovremo lottare
giorno per giorno e soprattutto dovremo avere il coraggio anche nelle
ore grigie, poiché voi mi insegnate che la navigazione non è
sempre facile, e se fosse sempre facile non sarebbe eroica. Qualche
volta anche nel Governo delle nazioni capitano delle ore grigie,
delle ore di incertezza, ma io vi prego o Genovesi di pensare che il
pilota, colui che vi parla, non dubita mai, non trema mai, ha sempre
fiducia nelle sue forze e soprattutto in quelle profonde della
Nazione.
Genovesi, vi dirò ancora di
più: i vostri transatlantici solcano gli oceani, ma presto le
vostre aeronavi devono solcare i cieli. Voglio che Genova si slanci
verso l'avvenire con l'impeto con cui Balilla lanciò il suo
sasso, voglio che sia un cuore solo, un'anima sola, una volontà
sola, protesa nel nome del Fascismo verso l'avvenire!
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