(segue) Per l'inaugurazione del Ministero delle Corporazioni
(31 luglio 1926)
[Inizio scritto]

      La gente del lavoro fu sino a ieri misconosciuta o negletta dallo Stato vecchio regime. La gente del lavoro si accampò fuori dello Stato e contro lo Stato. Oggi, tutti gli elementi della produzione, il capitale, la tecnica, il lavoro, entrano nello Stato, e vi trovano gli organi corporativi per l'intesa e la collaborazione, nonché, in dannata ipotesi, il ricorso supremo alla magistratura del lavoro. Non si esagera affatto, chiamando rivoluzionario, nello spirito e negli istituti, questo complesso di riforme in altri paesi tentate, ma non mai condotte alla loro logica compiutezza come osa fare il regime fascista. Mando ai capi, agli organizzati delle tredici confederazioni ed ai funzionari del nuovo Ministero, il più cordiale mio saluto.