(segue) Roma antica sul mare
(5 ottobre 1926)
[Inizio scritto]

      Roma, unificata la penisola, ha tre obbiettivi dinanzi a sé: conquistare la valle padana, conquistare l'Adriatico, affrontare Cartagine. Il problema della Gallia Cisalpina appare di difficile soluzione. Roma e i galli serbano rapporti di buon vicinato. Anche il problema dell'Adriatico non sembra pressante. Al di là c'è l'Epiro, che dopo le sconfitte di Pirro non può che seguire una politica di raccoglimento, al pari della Macedonia, dove Gonata è intento al riassetto interno del paese. Il pericolo non viene quindi da quelle parti. Resta Cartagine, che ha chiuso il Tirreno col bastione delle tre isole maggiori, in suo possesso e che nel 280 occupa l'isola di Lipari, a guardia dello Stretto, mentre Roma è giunta a Reggio Calabria. I due rivali, sono ormai di fronte. La pedana dell'imminente terribile secolare duello è — secondo la nota frase attribuita a Pirro — la Sicilia! Quali rapporti erano intercorsi tra Roma e Cartagine, prima dello scoppio delle ostilità? Si parla di un primo patto che risale all'epoca dei Re e precisamente al 509 a. C. Secondo una traduzione greca tramandataci da Polibio, questo primo trattato così diceva:
      «A queste condizioni abbiano i romani e i loro alleati amicizia coi cartaginesi e i loro alleati. Non navighino i romani, né i loro alleati più là del promontorio Bello (Capo Bon) ove da burrasca o da nemici non vi fossero costretti. Che se alcuno vi fosse forzatamente portato non gli sia lecito di comperare o di prendere alcuna cosa, fuorché ciò che gli occorresse per rassettare la nave o per uso di sacrificio. Entro cinque giorni se ne vada chi ha colà approdato. Ove alcun Romano venisse nella parte di Sicilia soggetta ai cartaginesi, abbia egli in ogni cosa eguali diritti ai Romani. I cartaginesi non offendano il popolo ardeate, anziate, lauretino, circeo, terracinese, né qualsivoglia altro dei latini che obbediscono ai romani e da quelle città astengansi che ai Romani non obbediscono. Se ne avran presa alcuna la restituiscano intatta ai Romani. Non fabbrichino castella nel territorio latino e se rientrano come nemici non vi passino la notte.»

(segue...)